Nerone - Imperatore di Roma dal 54 al 68 d.c. |
"....ordinò di scavare davanti a lui una fossa della misura del suo corpo, di disporvi attorno qualche pezzo di marmo, se lo si trovava, e di portare un pò di acqua e un pò di legna per rendere in seguito gli ultimi onori al suo cadavere. A ognuno di questi preparativi piangeva e ripeteva continuamente <Quale artista muore con me!> Mentre si attardava in questo modo , un corriere portò un biglietto a Faone: Nerone, strappandoglielo di mano, lesse che il Senato lo aveva dichiarato nemico pubblico e che lo faceva cercare per punirlo secondo l'uso antico; .....ormai si stavano avvicinando i cavalieri ai quali era stato raccomandato di ricondurlo vivo. Quando li sentì, esclamò tremando: <Il galoppo dei cavalli dai piedi rapidi ferisce i miei orecchi> Poi si affondò la spada nella gola.... respirava ancora quando un centurione arrivò precipitosamente e, fingendo di essere venuto in suo aiuto, applicò il suo mantello alla ferita; Nerone gli disse soltanto <E' troppo tardi> e aggiunse < Questa si è fedeltà> Con queste parole spirò e i suoi occhi, sporgendo dalla testa, assunsero una tale fissità che ispirarono orrore e spavento in coloro che li vedevano." (Svetonio - Vita dei Cesari)
Questi sono gli ultimi istanti di vita, raccontanti dallo storico romano Svetonio, di uno degli imperatori e personaggi più nominati e discussi della storia. Certamente quando sentiamo parlare di Nerone (Nero Claudius Caesar Augustus Germanicus- il suo nome completo) molti di noi lo associano al famoso incendio di Roma, ritenendolo l'ideatore di ciò.
Questo deriva principalmente da quanto lasciatoci dagli storici antichi (Tacito, Plinio il Vecchio, Svetonio) che addossarono a Nerone le colpe dell'incendio.
In realtà tali storici non dovrebbero considerarsi proprio "super partes" e probabilmente fu anche il pretesto di gran parte dei suoi nemici (nobili e senatori) per sfogare le proprie avversità.
Nella storiografia moderna molti hanno però rivalutato le tesi colpevoliste su Nerone trovando numerosi spunti ed elementi validi per poter in qualche modo "scagionare" l'imperatore romano.
Con questo post non vogliamo però soffermarci su questa importante vicenda neroniana, ovvero l'incendio disastroso di Roma con tutto quello che ne conseguì, ma vogliamo tentare di toccare con mano quel perverso ed allo stesso tempo accattivante intrigo di personalità di questa figura: despota, tiranno, folle, crudele, perverso, intelligente, artista, cantore.
Crediamo che per fare ciò, non prima di aver fatto un breve sunto dell sua vita e ascesa al potere, ci focalizzeremo su un importante decisione ed azione intrapresa da Nerone: la riforma monetaria.
Nerone appartiene alla famiglia dei Domizi Enobarbi,quest'ultimo termine significa dalla barba di rame ed infatti quasi tutti i discendenti di questa famiglia, come pure Nerone, avevano una barba rossiccia.
Era una famiglia nobilissima ( 8 consoli in 8 generazioni), caratterizzata da persone coraggiose e devote alla patria. Il padre di Nerone, Domizio Enobarbo, non pare fosse una persona molto raccomandabile e quindi vi era già una vocazione "criminale" all'interno di questa famiglia.
La madre di Nerone, Giulia Agrippina (o Agrippina Minore) era donna di sangue nobilissimo, molto affascinante, intraprendente, aveva vissuto sin da piccola negli ambienti di corte ed aveva ben imparato come districarsi nei "palazzi" che contavano.Nerone nasce ad Anzio il 15 Dicembre del 37 d.c. ed il padre, Domizio Enobarbo, muore quando Nerone ha soli tre anni e la mamma Agrippina sposa l'imperatore in carica in quel momento, Claudio. Nerone viene adottato da Claudio diventandone l'erede, ovviamente dietro la "regia" di Agrippina. Claudio viene poi avvelenato e così si compie quel disegno diabolico di Agrippina ovvero portare al comando dell'impero più forte del mondo il figlio Nerone che diventerà così imperatore a soli 17 anni (54 d.c.) .
Busto di Agrippina Minore, madre di Nerone |
Ben presto però Nerone si libera della tutela della madre e della sua corte facendo emergere i suoi primi atteggiamenti autoritari che si accompagnavano ad una personalità istrionica ed estetizzante.
Nerone uccide la madre, Seneca, la moglie Ottavia così da aprirsi la strada alla sua ambizione di diventare un sovrano assoluto di tipo ellenistico, in pratica una divinità.
Allo scoppio dell'incendio di Roma (Luglio del 64 d.c.) egli si trovava nella sua residenza di Anzio e tornato in città, la leggenda narra che egli si mise a cantare sopra una Roma in fiamme. Dopo l'incendio, che fu veramente devastante, egli si prodigò per ricostruire la città con uno stile architettonico dai gusti sopraffini per distinguersi dai suoi predecessori. ( ad esempio fece costruire la Domus Aurea, sua dimora personale, struttura architettonica dell'antichità con pochi eguali al mondo).
Nerone, nel corso della sua vita, si è dimostrato certamente un criminale alla pari di altri tiranni della storia ma, parallelamente alla sua cattiva personalità, vi è quella dell'artista e quella del governante.
Particolare della statua in bronzo di Nerone nella città di Anzio |
Questo suo legame con il popolo (rimarcato anche dagli interventi economici e fiscali a favore dei ceti medio-bassi) fu la sua rovina poichè si inimicò la classe senatoria e nobile di Roma la quale non esitarono, al momento opportuno, a metterlo fuori dai giochi e condannarlo.
Come detto in precedenza, fatta questa breve sintesi, ci soffermeremo ora su quella parte di storia neroniana, forse meno oggetto delle attenzioni del grande pubblico, ovvero quello della riforma monetaria di Nerone e, come vedremo, ci porterà delle sorprese. (FINE PRIMA PARTE)
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