“In verità, in verità vi dico: uno di voi sta per tradirmi” (Giovanni 13,21)
Gesù pronuncia questa frase in occasione della sua Ultima Cena insieme ai propri discepoli ed è proprio l’attimo immediatamente successivo a queste parole che viene "visivamente" rappresentato nell'opera milanese di Leonardo.
Proviamo ad entrare quasi virtualmente nel dettaglio del Cenacolo Vinciano per cercare di capire quale sia il vero mistero che essa vuole trasmettere.
Il fulcro centrale
Proprio nel mezzo della più importante festa ebraica Gesù pronuncia le parole del suo tradimento e l’atmosfera improvvisamente cambia, si trasforma in un insieme di gesti, atteggiamenti, stati d’animo di tutte le persone presenti.
Leonardo stabilisce il “punto centrale” dell’opera nella figura di Cristo in evidente contrasto emotivo con quelle degli apostoli.
Cristo, racchiuso nella forma del classico triangolo equilatero segno della perfezione, è davvero il centro dello spazio rappresentato nell’opera ed infatti ogni linea prospettica parte da lui ed arriva a lui trovando origine nel punto geometrico centrale dell’opera, appena fuori dal suo occhio destro.
L’espressione del viso possiamo dire sia molto “umana” ove si può notare una tristezza di fondo per il figlio di Dio che sa di essere prossimo al suo sacrificio per l’uomo.
Abbiamo quindi una doppia “natura” quella divina (triangolo) e quella umana (viso) confermata da Leonardo anche nei colori della veste di Cristo: il rosso simbolo dell’amore donato attraverso il sangue della croce (natura divina) e l’azzurro simbolo del cielo dell’uomo (natura umana).
Gli apostoli invece, presi da un insieme di stati d’animo e gestualità per l’annuncio del tradimento fatto da Gesù, vengono rappresentati simbolicamente in quattro gruppo di tre persone.
Primo gruppo alla destra di Gesù
(in ordine da destra a sinistra - Giovanni, Pietro, Giuda)
Giovanni, l’apostolo più amato da Gesù, era forse l’unico che poteva conoscere il nome del traditore, qualora Cristo lo avesse già pronunciato, essendo nella posizione migliore per poterlo ascoltare. Egli appare sereno e di un’inaudita compostezza nei confronti degli altri apostoli, prendendo forza dalla vicinanza con il Maestro e rivelandosi l’apostolo più in sintonia con il Cristo, l’unico che lo seguirà fin sotto la croce.
Lo spazio presente tra Giovanni e Cristo, un triangolo con vertice verso il basso, è di netta divisione rendendo il Maestro ancora più isolato.
Certamente Pietro è il motivo di questa maggiore divisione poichè prende Giovanni per la spalla e lo allontana da Gesù; Pietro, il più irruento ed ovviamente quello con il ruolo di “capo” tra gli apostoli è quello che pare sia il più agitato e desideroso di sapere chi sia il nome del traditore e pertanto “strappa” Giovanni dalla spalla di Gesù. Pietro ha già impugnato con la mano destra un coltello, pronto così a farsi giustizia nei confronti del traditore.
Tra Giovanni e Pietro si trova Giuda; egli, raffigurato mentre impugna con la mano destra il sacchetto con i trenta denari, è racchiuso in una forma a triangolo scaleno segno dell’imperfezione, in contrapposizione con il triangolo perfetto di Cristo.
Uno dei particolari più importanti che riguardano Giuda è la decisione di Leonardo di averlo rappresentato insieme agli apostoli ed al Cristo. Nelle rappresentazioni pittoriche dei periodi precedenti il “traditore” veniva quasi sempre isolato ed estromesso dagli altri mentre Leonardo lo accomuna agli altri segno evidente dell’amore infinito di Cristo verso tutti, anche del suo traditore.
Questi tra personaggi possiamo in definitiva sinteticamente identificarli con tre atteggiamenti dell’uomo nei confronti di Dio :
Giovanni, comunione e sintonia
Pietro, incostanza e incoerenza
Giuda, rottura e distacco
Primo gruppo alla sinistra di Gesù
(in ordine da sinistra a destra - Giacomo Maggiore, Tommaso , Filippo)
Giacomo Maggiore, rappresentato con lineamenti ruvidi e virili dell’uomo che ha trascorso gran parte della propria vita da pescatore, apre le braccia per tenere distanti gli altri due apostoli dal Maestro che vogliono avvicinarsi il più possibile.
L’apostolo Giacomo si pone in modo perpendicolare alla scena così da ampliare lo spazio di profondità dell’opera e nel contempo invitando chi sta davanti al dipinto ad “entrare” nella rappresentazione e viverla quasi da protagonista.
Immediatamente alla destra di Giacomo si trova Tommaso che rivolge all’insù l’indice della mano destra nell’atteggiamento di chi pone a Cristo la domanda “Sono forse io Maestro?”.
Dietro alla mano rivolta con l’indice verso l’alto si trova un’importante chiave di lettura del Cenacolo Vinciano: un fatto storico realmente accaduto ma il cui significato va ben oltre il solo evento storico e va ricercato in “alto” presso Dio.
Il terzo apostolo è Filippo: in piedi, inclinato verso Gesù, mette entrambe le mani sul petto e sul cuore per mostrarlo ed aprirlo così che Gesù possa penetrarlo e leggere l’innocenza di Filippo.
Secondo gruppo alla destra di Gesù
(in ordine da destra a sinistra - Andrea, Giacomo Minore, Bartolomeo)
Andrea, fratello di Pietro, in bilico nella sua postura a metà tra l’essere in piedi e il seduto, sembra non abbia ancora recepito l’annuncio di Cristo e si trova quindi smarrito ed incerto nel vedere gli atteggiamenti degli altri apostoli.
Vicino a lui troviamo Giacomo Minore rappresentato con un volto di significativa bellezza molto simile a quello del Cristo, circostanza che può sottolineare il grado di parentela tra i due.
All’estremità di questo “gruppo” abbiamo Bartolomeo, in piedi e appoggiato al tavolo quasi voglia lanciarsi con forza verso il Cristo per meglio approfondire quanto annunciato. Esso viene rappresentato con abiti romani, a differenza dell’abbigliamento palestinese degli altri, e pare sia rappresentato in contrapposizione con l’apostolo che si trova di fronte sull’altro lato del tavolo.
Secondo gruppo alla sinistra di Gesù
(in ordine da sinistra a destra - Matteo, Giuda Taddeo, Simone Zelota)
In questo “gruppo” possiamo notare che nessuno svolge lo sguardo verso il Maestro ma i tre sono impegnati un in dialogo concitato tra loro probabilmente avente per oggetto lo sconvolgente annuncio di Cristo.
Il primo dei tre è Matteo: volto giovanile, deciso, atteggiamento quasi irruento pronto a prendere subito una decisione senza troppe parole.
Dopo Matteo troviamo Giuda Taddeo, rappresentato con barba e capelli molto lunghi segno della vecchiaia e di una vita fatta di fatiche ed impegni. Al contrario di Matteo, egli mostra la sapienza e la prudenza quasi ad invitare gli altri apostoli ad una maggiore calma e riflessione.
Infine Simone lo Zelota, l’unico ancora seduto tra tutti i personaggi dell’opera ed il più fermo e calmo. Questo suo atteggiamento può dirsi certamente dovuto alla sua gioventù di “Zelota” ovvero di quei ribelli che combattevano l’invasore romano per la libertà del proprio popolo.
Ed è proprio per questo motivo che Leonardo pone in contrapposizione, alle due estremità della tavola, Bartolomeo vestito da “romano” e “l’avversario zelota” Simone, giusto per inquadrare l’evento del tradimento di Giuda nel più vasto contesto storico dove si scontravano l’attesa del popolo ebreo di un “messia liberatore” e il dominio romano. clicca qui per andare alla terza parte e per vedere l'immagine del CENACOLO IN ALTA DEFINIZIONE
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