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Oro che passione!


Con questo post proponiamo un piccolo racconto sulla storia dell’oro, nella fattispecie in Italia, dall’antichità ad oggi.
Innanzitutto una breve descrizione dell’oro:è un metallo tenero e duttile di colore giallo che può assumere colorazioni differenti a seconda delle leghe presenti in esso; allo stato naturale può trovarsi sotto forma di pepite, grani o pagliuzze nelle rocce e nei depositi alluvionali.
Viene attualmente impiegato per vari settori e campi di utilizzo tra i quali la coniazione di monete, produzione di gioielli, nel settore dell’elettronica come pure nell’odontoiatria.

Sin dall’antichità abbiamo notizie del suo apprezzato uso da parte dell’uomo e considerato come uno dei metalli più preziosi.
Civiltà egizia, persiana, greca, romana hanno ben conosciuto questo metallo prezioso sfruttando al massimo i giacimenti e le miniere che lo “custodivano” per estrarne il maggior quantitativo possibile.
Persino i Re Magi, secondo il racconto dei Vangeli, portarono dell’oro come dono davanti alla nascita di Gesù, figlio di Dio, rendendo l’oro, nella tradizione cristiana, il simbolo della regalità di Cristo.

In Italia, le miniere di oro si possono trovare in particolare nel nord, nella zona alpina e  prealpina a confine con la Svizzera.
Ai piedi delle montagne alpine vi sono diverse vallate dove sono avvenute e si stanno sviluppando ancora molte ricerche aurifere; in sostanza le miniere d’oro italiane sono ubicate in Piemonte, Valle d’Aosta ed in Lombardia.
Per quanto concerne invece l’oro alluvionale, ovvero quello depositato nei corsi d’acqua,  la zona risulta più estesa andando a lambire il Veneto, la Liguria e l’Emilia Romagna.

Pietra con pagliuzze d'oro al naturale
I fiumi e i torrenti del nord Italia (come detto più precisamente nel Nord-Ovest) sono corsi d’acqua che erano già noti in epoca romana come giacimenti di oro alluvionale.
Secondo i racconti di Plinio il Vecchio e Strabone, nel secondo secolo a.c., i romani iniziarono a condurre ricerche di giacimenti auriferi e si impossessarono di alcune miniere del Piemonte, strappandole alle popolazioni locali.
Dopo circa 300 anni di sfruttamento intensivo, nel corso del quale vennero impiegati anche “squadre” di circa 5.000 lavoratori, le quantità di oro diminuirono notevolmente portando i romani a condurre nuove ricerche presso altre località dell’impero ed in particolare nella penisola iberica.

Da tale momento, l’attività di ricerca nel nord d’Italia fu praticata non più a fini meramente commerciali bensì come alternativa al lavoro principale.

Solamente dagli inizi del 1900 questa attitudine, nei confronti della ricerca aurifera, cambia con l’avvento del leggendario “Klondike” (area del nord americana dove ci fu una delle prime corse all’oro della storia  nel corso della quale, nella storica miniera del Lone Star vennero recuperate oltre 7.000 tonnellate di oro) , sulla figura del ricercatore “avventuriero” sulle tracce del filone d’oro che avrebbe potuto renderlo ricco.


Cercatore d'oro nel Klondike - primi del 1900
Nel mondo moderno, la figura del ricercatore di oro d’un tempo, è quasi completamente scomparsa, rendendo l’attività di ricerca (escluse ovviamente le attività di natura commerciale delle grandi società),  un semplice “hobby”.

Oggi, con le varie turbolenze finanziarie che stanno attraversando il mondo, l’oro pare comunque essere tornato il bene per “eccellenza” nel quale porre le proprie certezze finanziarie ed economiche.

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