Leonardo va certamente al di là del rappresentare nella sua opera il solo evento del “tradimento” di Giuda; il tradimento non è che solo l’inizio dell’azione salvifica di Cristo.
L’opera è sicuramente la culla di un mistero, anzi del mistero unico e vero che l’ha ispirata: il MISTERO DELLA PASQUA DI CRISTO.
Non dunque un “mistero” che sconfina nel “misterioso” o nel “romanzesco” bensì il mistero che ha portato luce all’uomo e alla sua storia, da senso eterno al suo vivere, ne ribadisce la preziosa origine divina, grazie al compimento del mistero dell’incarnazione.
Vediamo come Leonardo vuole condurci, attraverso il dipinto, alla Pasqua di Cristo.
Eucarestia
Analizzando e osservando con occhio contemplativo, e non di superficiale curiosità, le forme e le espressioni dell’opera possiamo comprendere che il Mistero dell’Eucarestia è fortemente presente come risposta al gesto di tradimento dell’uomo.
Ciò ci riconduce nel dipinto alla figura centrale di Cristo, nella sua forma di triangolo equilatero, quale perfezione divina.
Possiamo notare che nel vertice in alto si trova la testa di Gesù mentre nei due vertici in basso si trovano le mani di Cristo; nella mano destra un bicchiere di vino ed in quella sinistra un pezzo di pane.
Ecco l’Eucarestia nella sua forma di celebrazione più umile e semplice.
Al centro del triangolo, di cui abbiamo parlato in precedenza, si posiziona il “cuore” di Cristo; Leonardo trova quindi il modo di celebrare l’Eucarestia cogliendo il valore salvifico più singolare cioè quello di essere “dono totale di sè” che trova la sua origine proprio nel cuore di Cristo.
Ed è questa scelta del “dono di sè” da parte di Cristo che, nel cenacolo vinciano, ci conduce dal Mistero dell’Eucarestia a quello di un altro Mistero: la Croce.
La Croce
Dobbiamo tornare alla raffigurazione degli apostoli ed in particolare a Giacomo il Maggiore (primo gruppo alla sinistra di Cristo) che nel suo gesto di aprire istintivamente le braccia possiamo, con un’attenta lettura, vedere l’immagine di una croce o meglio quella di un crocifisso.
Il gesto di Giacomo il Maggiore, in una legittima chiave di lettura, può dirsi l’annuncio profetico del significato più duro del dono di Cristo: la morte sulla croce.
Ora manca il mistero più “luminoso” senza il quale la Pasqua di Cristo non avrebbe senso: la Risurrezione.
La Risurrezione
Come per la croce dobbiamo focalizzare l’attenzione sul primo gruppo di apostoli alla sinistra del Cristo ed in particolare sull’apostolo Tommaso, proprio dietro a Giacomo il Maggiore.
Il dito teso rivolto verso l’alto ovvero quel cielo “Casa del Padre” che sta attendendo il Cristo “Risorto”; Leonardo dipinge un cielo luminoso che porta all’infinito lo spazio al di là della parete in fondo al cenacolo.
Questo “Infinito” che è Dio, con la sua luminosità, già avvolge il Cristo, pronto per la “sua” Risurrezione.
Si conclude qui il nostro approfondimento su una delle opere d’arte più belle al mondo; abbiamo voluto raccontare il Cenacolo Vinciano non solo nella sua bellezza estetica e rappresentativa (per tale scopo è certamente meglio recarsi a Milano e vedere l’opera dal vivo) ma nel suo significato più vero e profondo: Cristo donatosi per amore e salvezza dell’uomo e per questo, crediamo, di dover dire un grazie anche a Leonardo!
veduta chiesa Santa Maria delle Grazie di Milano |
IMMAGINE CENACOLO DI LEONARDO IN ALTA DEFINIZIONE
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